Nell’Olanda settentrionale, al 55esimo parallelo, c’è Zandvoort , una spiaggia che non ti aspetti: ampia, dorata, lunga 9 chilometri, con una sabbia chiara e impalpabile dove decine e decine di bagnanti prendono il sole riparati da piccoli e tecnologici paraventi per proteggersi dalle folate che, invece, aiutano i numerosi kitesurfisti a esibirsi in salti ed evoluzioni con la tavola.
Sul lungomare si susseguono stabilimenti (il primo nacque nel 1828 come ritrovo di pescatori), caffè eleganti, lounge bar, ristoranti e locali per turisti e naturisti che arrivano sulla spiaggia di Amsterdam, come la chiamano da queste parti, perché si raggiunge in appena 30 minuti di bus, automobile o treno dalla capitale. Ci si può anche arrivare in bicicletta: la noleggia per appena 10 euro al giorno Raymond, nel suo negozio Behind the beach, proprio dietro la spiaggia; e con 7 euro e 50 in più organizza anche visite guidate nell’adiacente parco nazionale delle dune, Park Zuid-Kennemerland, attraversato da poco più di 20 chilometri di comode piste ciclabili.
Si pedala lungo paesaggi bellissimi, seguendo un primo tratto di costa punteggiata sulla sabbia da minuscole case di pescatori, affittate dai villeggianti per l’estate. Poi si entra nel parco che regala scorci di foreste fitte e alte dune di sabbia, cavalli allo stato brado e piccoli laghetti ricolmi di strani uccelli marini. Il percorso è segnato dal profumo del mare e dalle grida dei gabbiani. Dopo una giornata di sport, mare, sole e vento, è piacevole fermarsi ad ammirare il tramonto – nei mesi estivi è dopo le 21.30 – comodamente seduti ai tavolini dei ristoranti panoramici o a bere birra fresca, rigorosamente olandese, sulla sabbia, sulle comode poltroncine dei caffè.
Zandvoort non è l’unica sorpresa nel Noord Holland, a nord di Amsterdam: tutti i venerdì mattina, da aprile a settembre, è d’obbligo fare una visita ad Alkmaar, la cittadina famosa per il formaggio, senz’altro il migliore del Paese. Scivolano sull’acqua lungo i canali del borgo i barconi a fondo piatto con centinaia di forme di prestigioso cacio olandese che barcaioli e scaricatori vestiti con costumi d’epoca trasportano dai villaggi limitrofi. Li portano nella piazza centrale del borgo, dove si svolge il chiassoso Kaasmarkt, il mercato d’asta del formaggio, attrazione turistica molto vivace ma anche sede di antiche tradizioni di cui gli olandesi vanno molto fieri. In piazza le forme vengono caricate su assi curve di legno – ogni corporazione ha un proprio colore d’appartenenza – e trasportate sulle spalle da forti uomini in divisa bianca e cappello di paglia sul capo. La forma di cacio è molto più che un eccellente prodotto gourmet; è in effetti il frutto di tanta fatica e tradizioni. Le forme vengono stese sul selciato dell’antico edificio della pesa pubblica, risalente al 1582, il cui carillon raffigura un torneo cavalleresco e che ospita oggi un museo. Allontanandosi anche di poco dal vocio della piazza si entra nelle strade del centro storico medievale e in un mondo bucolico fatto di canali, dove i barconi costeggiano antichi e storici edifici e angoli di verde pubblico. Qui, quel che impressiona è il rispetto per gli spazi comuni e la cura per i giardini e i fiori di ogni singola casa o cortile. Per altri, invece, impressiona l’alto e vario numero di birre presenti nel Nationaal Biermuseum del centro. Usciti da Alkmaar la verdissima campagna è costellata di piccole e grandi fattorie dove il bestiame pascola tranquillamente tra canali e piste ciclabili che scorrono sempre lungo le vie ferrate o stradali.
A una ventina di chilometri da qui si cominciano a intravedere i giganteschi e tradizionali mulini a vento: è uno spettacolo unico, che impressionerebbe persino il fantasioso hidalgo don Chisciotte. I mulini, non le pale eoliche che si vedono dai finestrini degli aerei quando ci si avvicina alla costa e che girano vorticosamente per la presenza costante del vento, ma quelli poderosi, rumorosi, in legno, paglia, corde, stoffe e pietre, simbolo del Paese come gli zoccoli e i tulipani, una terra che da sempre ha lottato contro l’acqua che la invadeva. I mulini, le dighe, i canali sono stati la salvezza d’Olanda dall’invasione dell’acqua e per la macina del grano: ora il Paese rende omaggio a quelle gigantesche costruzioni, aprendole ai turisti. Tra i più famosi c’è Schermerhorn, curatissimo museo, ricco di testimonianze storiche, datato 1634, dove è stata ricostruita la vita di una famiglia contadina in un mulino. Frastornati dal vento ci si rifugia in un’oasi di pace, a pochi chilometri di strada: De Rijp. Come molti altri villaggi olandesi si può visitare a piedi o salendo a bordo delle barche che scivolano lungo i canali. L’ideale è rivolgersi al centralissimo ufficio turistico locale e chiedere di Jan, ex controllore di volo ora in pensione che accompagna i visitatori tra le bellezze e le curiosità della sua cittadina, offrendo aneddoti e informazioni.
Anche la vicina e tranquilla Edam, storica cittadina affacciata sull’Ijsselmeer, ebbe il suo massimo splendore nel secolo d’oro olandese per la cantieristica e il commercio. E’ qui che viene prodotto il miglior formaggio olandese, l’Edam, che si esporta in tutto il mondo con il suo involucro rosso e giallo. Prima di passeggiare nelle vie del centro per fare shopping è bene lasciarsi cullare lungo i canali da un’imbarcazione che regala scorci mozzafiato. Per un’escursione in barca si spendono 80 euro per massimo 20 persone. Per il pernottamento è consigliabile alloggiare all’hotel De Fortuna, che offre camere e piccole abitazioni dove si vive l’atmosfera di una tipica famiglia olandese.
In direzione est, verso il Markermeer, si arriva a Volendam, borgo anch’esso raggiungibile da Amsterdam in pochi chilometri di bus, treno o bici. E’ il luogo di villeggiatura più esclusivo - qui attori e calciatori hanno acquistato le case più belle con vista sul mare – che, tuttavia, ha mantenuto una sua peculiarità: le 40 famiglie che vivono nel borgo, perlopiù pescatori, parlano una loro lingua, solo simile all’olandese, a dimostrazione di quanto il mare li avesse isolati dalla terraferma. Ognuno ha un soprannome scritto sulla porta di casa ed è bello perdersi tra le abitazioni del centro che, essendo piccole e strette, formano una specie di labirinto. La gente di Voledam è molto fiera non solo della lingua ma anche dei propri costumi di antichi pescatori: le donne indossano una giacca ricamata su una gonna a pieghe e una cuffietta di pizzo sul capo mentre gli uomini hanno una giacca rossa corta in vita con fiorini d’argento come bottoni, calzoni neri a sbuffo e un berretto tondo, nero.
Da qui si arriva in imbarcazione fino al museo all’aperto di Zuiderzeem, un paradiso per i bambini: qui, dove un tempo c’era solo l’acqua di mare, lo sbarramento della diga ha permesso di costruire un tipico villaggio di pescatori con una scuola, una chiesa, le abitazioni dei mercanti più ricchi e tante piazzette. Insomma il museo all’aperto consente di fare un viaggio nella storia d’Olanda e di percepirne gli aspetti più quotidiani e intimi della popolazione.
Molti poi sono i luoghi dove assistere all’affumicatura di aringhe e anguille e dove poterle mangiare. I bambini, anche i più piccoli, possono divertirsi con gli animali delle fattorie e fare giochi con l’acqua. Prima di rientrare ad Amsterdam è bene immergersi di nuovo nella bellezza architettonica e navigare tra i canali di De Hoorn, antica città che ha dato il nome al celebre Capo della Terra del Fuoco. E’ la città dal cui porto sono salpati i più famosi navigatori per l’Oriente e il Sudafrica. Con la fondazione delle Compagnie delle Indie la cittadina divenne molto ricca per il commercio di spezie: lo testimoniano i palazzi, le piazze, le torri difensive e le chiese, ricche di simboli di prosperità. Oggi il suo porto ospita velieri e yacht e nel quartiere della strana torre – metà tonda e metà piatta – i giovani si ritrovano a bere e a mangiare. Rigorosamente con la propria bici parcheggiata di fianco.
(fonte Ansa In Viaggio)
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