Aarhus è un importante centro della Danimarca, primo porto del Paese e seconda città più popolosa. Capitale Europea della Cultura nel 2017 insieme alla cipriota Pafo, è diventata oggi la meta dell’estate danese. Il motivo? È di una piscina… incredibile!
Progettata dallo studio BIG di Bjarke Ingels, la Havnebadet è una vera e propria piattaforma sul porto di Aarhus, un progetto comunitario pensato per ospitare fino a 650 persone. Ed è anche la struttura marina più grande del suo genere, ancor più ampia rispetto alla “sorella” di Copenaghen che – datata 2009 – è anch’essa firmata dallo Studio. Perché quello di Aarhus è un complesso enorme, con una piscina per i bambini, una per le immersioni, una vasca olimpionica lunga 50 metri e due saune. Una struttura di legno le circonda e a vederle dall’alto, con quel triangolo che si staglia nel mare, l’effetto è spettacolare.
Aperta fino alla fine dell’estate, la Havnebadet fa parte di un progetto architettonico destinato a rivoluzionare la città danese: nelle vicinanze è da poco stata inaugurata la biblioteca pubblica Dokk1, e presto apriranno un teatro, hotel, ristoranti, stabilimenti balneari e campi da beach volley. Del resto, Aarhus è la città più giovane della Danimarca, col 18% di studenti, e – secondo uno studio – è anche la più felice.
Già prima della costruzione della piscina, era tra le città preferite del Paese per un weekend. Lo era però soprattutto per i suoi musei e le sue iniziative culturali. Ad Aarhus c’è il museo d’arte contemporanea ARoS, che ospita le opere degli artisti più all’avanguardia del mondo ed è sovrastato dalla Your Rainbow Panorama, installazione di Olafur Eliasson. E poi il Moesgård Museum, museo etnografico coi manufatti dell’era vichinga e la celebre mummia di palude dell’uomo di Grauballe: qui, sul tetto d’erba, si può salire per godere di una straordinaria vista sui dintorni.
Ma è soprattutto Dokk1, a raccontare lo spirito della città. Biblioteca al servizio dei cittadini, è un progetto-icona della sostenibilità. Per la sua costruzione sono stati utilizzati materiali di riciclo e prodotti naturali, e la realizzazione risponde agli standard Class 2015 degli edifici a basso impatto ambientale. Enormi pannelli solari sul tetto e un sistema di riutilizzo dell’acqua marina si accompagnano alla particolare conformazione dell’edificio, dove la dimensione e la posizione dei vari piani sono state progettate per creare uno schermo naturale che minimizzi il consumo di risorse. Un edificio straordinario, che va a segnare un’altra vittoria nella capacità danese di salvaguardare l’ambiente.
(fonte: siviaggia.it)
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