A soli due kilometri di distanza dall'estremità orientale di Giava, Bali si presenta sotto tanti punti di vista come un prolungamento. I rilievi hanno la stessa origine vulcanica e il clima è simile, sebbene a Bali le piogge siano meno abbondanti (il periodo ideale per una vacanza sull'isola va da Aprile a Ottobre).
Anche la fauna, in questa che è l'ultima isola a Oriente prima della linea di Wallace, evidenzia una parentela con Giava. Nelle belle foreste di Bali, è facile incontrare scimmie, animali meno conosciuti come il "cervo nano" e una quantità incredibile di uccelli e bellissime farfalle.
Tuttavia, il senso di quiete e di serenità che si percepisce a Bali (nonostante la crescente diffusione di droga e prostituzione e la presenza di un turista straniero per ogni balinese) contrasta decisamente con l'inquietudine e la miseria diffusa a Giava.
I Balinesi sono, a ragione, ricordati come un popolo "amabile": la loro cortesia stupisce tanto quanto il loro spirito creativo, che si sbizzarrisce non soltanto nelle forme artistiche propriamente dette ( Pittura, Scultura) ma anche nei costumi tradizionali, nei tessuti batik, negli addobbi e nelle acconciature femminili, un tripudio di colori e composizioni floreali.
Inoltre, mentre l'80% della popolazione di Giava è musulmana, i 3 milioni di Balinesi, indigeni, (escludendo quindi gli addetti delle agenzie turistiche e degli alberghi stranieri,) praticano un numero impressionante di culti di origine Indiana (Indù e buddisti), residui della forte influenza esercitata sulla cultura locale delle correnti religiose che si diffusero nell'isola, grazie agli scambi commerciali con gente proveniente dall'India. I Balinesi propriamente detti si distinguono dai Wong Majapahit, i discendenti dei gruppi immigrati dall'area orientale di Giava dopo il crollo dell'Impero di Majapahit ( nel sec. XV).
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