sabato 20 luglio 2013

Lo Stromboli e la Costa Calabra

Nell'Arcipelago Eoliano, più vicino alla Costa occidentale della Calabria, difronte a Capo Vaticano, troviamo la meravigliosa isola di STROMBOLI, e lo Strombolicchio, ricca di fichi e asparagi selvatici, trasmette sensazioni diverse. C'è chi l'ama e chi la odia, chi se ne innamora e chi sfugge alla sua potente bellezza.
L'isola, vanta un primato unico fra i vulcani al mondo, infatti, mantiene uno stato di attività permanente da 2500 anni circa, ha una forma conica con due cime gemelle e resti dell'antico cratere principale. 
La cima più alta è quella del Vàncori. Ancora oggi lava e lapilli incandescenti scivolano lungo il pendio detto "Sciara del fuoco" e precipitano in mare.
La vegetazione è molto povera, comprende il citiso delle Eolie e la granata rupicola. 
A poche centinaia di metri a nord-est dell'isola di Stromboli si trova il neck di Strombolicchio, residuo di un antico camino vulcanico. L'isolotto ospita un faro della Marina, attualmente disabitato e automatizzato.
Stromboli è nota, frequentata ed abitata fin dall'antichità remota, e la sua economia si è sempre fondata sulle produzioni agricole tipicamente mediterranee: olivo, vite (malvasia coltivato basso in giardini terrazzati), fichi - e poi sulla pesca e sulla marineria. Fino al XIX secolo questa economia fu fiorente e Stromboli arrivò a contare fino a circa 4.000 abitanti.
Venne riscoperta dopo la guerra da Roberto Rossellini che, con il film del 1949 Stromboli terra di Dio (con protagonista femminile la giovane Ingrid Bergman), portò l'isola e la sua straordinarietà all'attenzione del pubblico.
Il Presidente della Repubblica Napolitano trascorre le sue vacanze estive in questa meravigliosa isola.
Il flusso turistico verso l'isola, costituisce attualmente la principale risorsa economica di Stromboli, fino agli anni settanta fu rappresentato soprattutto da persone alla ricerca di un ambiente particolare, ancora naturale ed integro e non privo di scomodità (mancanza di elettricità, scarsità d'acqua). Nei decenni successivi le scomodità sono molto diminuite e il turismo è molto cresciuto, anche se resta limitato prevalentemente ai mesi centrali estivi.
L'isola è meta di turisti in cerca di tranquillità: anche per questo sui locali dell'isola è vietato diffondere musica oltre le due di notte.
Giornalmente, inoltre, si organizzano escursioni al vulcano con guide esperte che portano ad oltre 900 metri sul livello del mare. Tramite imbarcazioni è inoltre possibile raggiungere nelle ore notturne la vicina e movimentata Panarea, lo scoglio di Strombolicchio e Ginostra, e la grotta di Eolo, caratteristica località sull'isola di Stromboli dove l'unico mezzo di trasporto sono ancora i muli (ne sono presenti una decina in tutto) e ancora irraggiungibile per via terrestre dall'altra parte abitata dell'isola.
Stromboli è anche meta, seppur in misura minore, di molti giovani, che si recano nei locali e nelle feste sulla spiaggia periodicamente organizzate nella stagione estiva.
Caratteristica dell'isola, oltre alle stradine strette percorribili solo dal motocarro e dai motorini elettrici, che i turisti affittano sull'isola stessa, è la mancata illuminazione notturna nelle strade, che il Comune a cui l'isola fa riferimento, ovvero quello di Lipari, vuol mantenere come importante attrattiva turistica. Dall'Osservatorio, infine, si può vedere la lava del vulcano, l'unico delle Isole Eolie perennemente in attività e il cielo stellato evidenziato dalla mancanza di illuminazione.
Durante la stagione turistica partono imbarcazioni per permettere ai turisti di fare il bagno presso lo scoglio di Strombolicchio.
Si narra di Stromboli e la Calabria relativa alle sue pietre rotonde e la città di di Palmi (RC)
sovrastata da un monte chiamato Sant'Elia dove si narra che l'eremita Elia di Enna visse per molti anni in preghiera e solitudine.
Dal monte, affacciandosi verso il mare, si corge il fumo di un vulcano. E' lo Stromboli, dove è rinchiuso il demonio. Narra la leggenda che il Santo, abbandonato il suo paese e approdato sulle sponde di Palmi, decise di salire sul monte Alinas (odierno Sant'Elia) dove si fermò colpito dalla bellezza dei luoghi e dove più tardi decise di stabilirsi. Un giorno il diavolo decise di tentarlo presentandosi a lui sotto forma di un viandante che portava sulle spalle un grosso sacco. L'astuto tentatore disse di avere trovato un ingente tesoro in monete d'oro e di volerlo dividere col Santo, il quale, invece, prese le monete e cominciò a lanciarle lungo la china: mentre rotolavano si tramutavano in pietre nere, di quelle che ancora oggi si possono reperire sul monte. Contrariato, il diavolo balzò in piedi, ma, all’improvviso, alle sue spalle si aprirono due grandi ali nere di pipistrello, con le quali egli si alzò in volo, planò sul mare e vi si tuffò sprofondando. Si alzò una densa nube di fumo e quando questa si dileguò si vide emergere dal mare un'isola nera, con una bocca che emetteva fuoco.
Sul monte Sant’Elia si trova ancora un macigno con le impronte di unghie lasciate dal diavolo, prima di spiccare il volo per inabissarsi nel mare

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